sabato 28 giugno 2014

La Fenice Roma Pallanuoto e' in Serie B - Il Commento alla Stagione di Andrea Cruciani



Alice rise: «È inutile che ci provi», disse; «non si può credere a una cosa impossibile.»
«Oserei dire che non ti sei allenata molto», ribatté la Regina. «Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.»  
(L. Carrol, Alice allo specchio)

Finale.

Cala il sipario sul campionato di Serie C 2013/2014

La Fenice Roma Pallanuoto vince quello che lo scorso anno aveva solamente sfiorato e conquista di diritto la possibilità di giocare il prossimo campionato di serie B.

Basterebbero queste parole a descrivere i fatti di quanto accaduto ieri al Foro Italico. 

Ma le parole, soprattutto per le cose che riguardano gli uomini e le donne, spesso non servono a descrivere ma a raccontare, che sono due cose ben diverse. 

E chi racconta poi si trova nella situazione di dover scegliere cosa dire perdendo lungo la strada altre cose, fatti e persone. 

Allora, se dovessi scegliere cosa raccontare, direi che il racconto di questo campionato, in qualche modo, ha a che fare con l’impossibile. 
Lo dico così, senza troppa presunzione o eccessivo pathos: non siamo i primi ne saremo gli ultimi ad aver vinto un campionato di Serie C e, onestamente, dato il roster di giocatori a disposizione quest’anno, ci abbiamo messo fin troppo tempo ad assicurarci il passaggio.

Però le cose hanno il loro corso e, a volte, hanno anche da insegnarti qualcosa. Almeno così è stato per me. 

Come si diceva negli spogliato nel pre-partita, il grande merito della squadra è stato quello di continuare a credere che il campionato si potesse ancora vincere anche quando non poteva dipendere strettamente da noi, anche quando tutti gli elementi  lasciavano ormai credere che fosse impossibile. 

Magari in modo inconsapevole, senza starne troppo a parlare, anche dopo le tensioni, ognuno non ha smesso a suo modo di farsi trovare pronto nello scorrere dei giorni e il Sabato, durante le partite.

Senza atti di fede, nessun salvatore della patria.  Solo consapevole presenza. Questo era richiesto a tutti, questo è stato, e questo ha fatto, alla fine, la differenza.
Credere che la partita non  fosse finita, che i giochi non fossero chiusi, andando contro la logica razione. 
Agendo di conseguenza.

È vero, non  mi sono fatto vedere molto in piscina  quest’anno, mi dispiace, ma ho sentito mister Neroni ogni giorno dell’anno e mi ha sempre raccontato di un gruppo che, con alcune difficoltà aveva saputo diventare una squadra, trasformando il “dover vincere” in “voler vincere”, contro il destino dei “secondi posti”, stringendo “patti divini” che sarà difficile (e rischiosi) sciogliere, raschiando il barile, tirando in ballo il destino, con mentalità operaia, a volte provinciale, giocando tutte…..ma proprio tutte le carte che si potevano giocare.

La Fenice quest’anno, come la regina bianca di Alice allo specchio, da un certo momento in poi si è esercitata a credere alle cose impossibili senza mollare mai. 
Questo è  stato il suo più grande merito, il resto è venuto da sé.

Non basta avere i migliori giocatori per vincere, per fortuna, nello sport, ancora è così. 

E questo gruppo, visto da fuori, ha costruito le sue sfortune, ci si è buttato dentro, e ha saputo risalire lentamente la cima, facendo si qualche passo falso ma senza mai smettere di andare avanti. 

Esistono le cose vere, le cose oggettive. E una cosa vera e oggettiva è sempre stata che questo gruppo era il più forte, in tutte le sue parti: in acqua, a bordo vasca, fuori dalla piscina, sulle tribune. 

Data questa causa l’effetto non poteva che essere la giornata di ieri.

Perciò, alla fine, La Fenice Roma Pallanuoto, anche quest’anno saluta, da appuntamento a Settembre per questa sua nuova avventura,  e ringrazia tutti: quelli che hanno sostenuto, quelli che hanno remato contro, quelli che hanno onorato il campionato, le altre società e gli altri giocatori.  

È stato un bell’anno, faticoso, a volte caotico e disordinato ma, praticando virtù e fortuna, si sa, le cose vanno sempre nel loro giusto posto.




                                            Everything In Its Right Place Radiohead